Per tutto il tuo viaggio sarò con te

Quando si intraprende un viaggio spesso ci si sente soli. E invece, passo dopo passo, capisci che non è così: non sei mai solo.

Per capire questo incipit, aprite bene gli occhi e leggete le mie avventure.

In ritorno da un concerto all’estero dovevo fermarmi per via, scendendo all’uscita dell’autostrada a Porto San Giorgio, nelle Marche, e da lì salire a Cesena e poi Bologna per fare un concorso. Ero un po’ preoccupata, perché avevo alcuni bagagli con me che mi appesantivano e che avrebbero reso stancante il tragitto fino alla stazione.

È qui che mi viene a prendere un amico e mi porta in stazione. Straordinario.

Non c’è anima viva al binario di Porto San Giorgio, fa caldo e a pochi passi c’è il mare: quasi quasi mollo tutto e faccio un tuffo…

Arriva il treno e salgo. Sono intenta a cercare il mio posto, senza trovarlo, quando vedo un ragazzo che conosco, che mi aiuta. Finalmente mi siedo e posso dormire un po’.

Il viaggio prosegue tranquillo verso Cesena, dove voglio andare in conservatorio a studiare. Avevo chiamato qualche ora prima in segreteria per chiedere il permesso di studiare e ho ricevuto l’approvazione del direttore. Perfetto.

Scendo dal treno e mi avvio verso l’uscita, ricordando le parole di una cara amica (che avrei visto nel pomeriggio), che mi diceva di andare “a sinistra”.

Io che non amo Google Maps e camminare in un posto sconosciuto con il telefono in mano, appena vedo un ragazzo con il violino sulle spalle, gli chiedo gentilmente indicazioni per il conservatorio.

Il ragazzo affianco al violinista mi sente e dice che lui sta andando proprio al conservatorio, quindi avrei potuto unirmi a lui. Felicissima!

Andiamo in conservatorio, ci salutiamo e vado in segreteria dove avevano lasciato un biglietto per avvisare il personale del mio arrivo e così mi fanno studiare in un’aula lussuosa con due pianoforti e con tante foto di Shostakovich. Indovinate quali passi d’orchestra stavo suonando? La sua quinta sinfonia.

Dopo un paio d’ore lascio il conservatorio e mi avvio in direzione della mia amica ed ex-compagna di banco (che mi avrebbe ospitato la sera) e cerco di capire che strada fare per raggiungerla. Un disastro: non ci capisco nulla e imploro pietà.

Dopo due secondi sbuca da un vicolo un altro amico, con cui sono andata a scuola e che studia anche lui a Cesena, che mi vede persa e mi accompagna. Mi porta anche la valigia!

Parliamo dei crescioni, super buoni, e a un certo punto vedo la mia amica in lontananza, attraversiamo la strada e parte la corsa fino ad abbracciarci. Non la vedevo da tanto tempo, tanto da sembrare un secolo.

(Per la musichetta in sottofondo con la moviola mi affido alla vostra immaginazione.)

La sera si esce, facciamo un giro per Cesena, scopro posti bellissimi e che mi trasmettono tanta calma e serenità. Non può mancare il crescione, celestiale! Siamo state anche fortunate, perché il chioschetto che li vendeva vicino Piazza del Popolo aveva chiuso già la serranda, ma c’era la luce accesa e abbiamo bussato. Bussate e vi sarà aperto!!

La sera andiamo presto a dormire: il mio treno per Bologna parte alle 05.42.

La mattina seguente parto alla volta di Bologna, accompagnata alla stazione dai miei amici. Atto estremo di coraggio e di amicizia per cui non li ringrazierò mai abbastanza.

I treni per Bologna, mi hanno raccontato, la mattina sono quasi sempre in ritardo se non vengono annullati, invece per me è partito puntualissimo. Che gioia!

Vorrei dormire sul treno, ci riesco poco, non vedo nulla dal finestrino e non capisco dove ci troviamo via via. Per fortuna la ragazza seduta affianco a me mi avvisa appena siamo a Bologna.

La stazione è un caos e alle 7 di mattina è anche un po’ inquietante. Il giorno ancora non manifesta la sua luce, anche se il cielo resterà grigio tutto il dì. Non ci sono abituata.

Cerco un posto dove fare colazione, compro un sobrio cornetto e mi avventuro nella realtà Bolognese, che intanto ha preso vita. Un fiume di ragazzi attraversa le strade, gli autobus fanno tranquilli il loro tragitto. Peccato che io non trovi il mio autobus. Google Maps in questo caso mi è stato utile perché mi ha fornito le informazioni giuste, ma è grazie a due studentelli che trovo la fermata corretta.

Un amico mi aveva messo in guardia dicendomi di stare molto attenta sull’autobus, perché facilmente mi sarei trovata da una parte sbagliata della città se non fossi stata attenta alle fermate. Viale della Fiera finalmente compare su un cartello e scendo lì perché ho un concorso che mi aspetta.

Dopo tanto studio dei risultati arrivano, ma c’è ancora molto su cui lavorare e quindi torno in stazione propositiva quanto basta, certa di aver speso bene la giornata.

Per pranzo ho un plumcake, che in realtà doveva essere la colazione, ma che il mio stomaco ringrazia comunque fino alla fine per il salvataggio (ancor di più ringrazia chi me l’ha dato).

Torno a Cesena e dopo aver mangiato ottimi bastoncini cucinati con amore, crollo in un sonno ristoratore. Nel pomeriggio decido di andare a fare un giro al supermercato, dato che la mia amica stava studiando, e così compro un po’ di frutta, qualcosa per la cena e per il giorno dopo a pranzo.

Alla fine non resisto alla tentazione di fare un giro in libreria e perdo un po’ di tempo in quel fantastico mondo. Non posso fare a meno di comprarne qualcuno. Volevo sfruttare il Bonus18, ma internet è un po’ lento e non mi carica il buono per effettuare il pagamento. Dopo diversi tentativi mi arrendo e vado via senza aver comprato nulla, ma arrivata quasi all’uscita il buono si carica e torno indietro al negozio.

Torno a casa della mia amica, Netflix e cena da chef. Dopo cena crolliamo vedendo una serie TV e così decidiamo di andare a dormire ufficialmente.

Il giorno dopo andiamo a fare colazione da Fagioli, una pasticceria super buona (provatela!) dove gustiamo un dolce al pistacchio con una copertura di zucchero a velo e cioccolato bianco. Non aggiungo altro perché mi sta vendendo l’acquolina in bocca solo a pensarci…

Dopo i saluti, baci e abbracci, vado in stazione e spero che il treno non sia in ritardo, perché avrei dovuto fare in pochi minuti il cambio del treno ad Ancona.

Come non detto: ritardo di quindici minuti. Il panico inizia a possedermi, allora cerco di capire come posso risolvere la situazione. In pratica mi avrebbero fatta salire sul treno successivo, una volta arrivata ad Ancona, sperando che vada tutto liscio.

Incredibilmente il treno recupera il ritardo della partenza, ma ho comunque poco tempo per fare il cambio, così appena arrivo ad Ancona corro a vedere il binario scritto sul tabellone, non trovo il binario, chiedo a un ragazzo allo sportello di informazioni Trenitalia, arrivo al binario, aspetto per pochi minuti il treno e poi salgo su. Ce l’ho fatta. Sono commossa. Trenitalia non mi ha delusa.

Finalmente posso dormire, leggere (avevo comprato un libro bellissimo il giorno prima) e mangiare la buonissima piadina che mi aveva preparato la mia amica!

Manca poco per arrivare a Termoli, dove prenderò un pullman per Campobasso, quando si siede di fronte a me un ragazzo di 28 anni – me lo dirà lui – che inizia a raccontarmi di sé. Da quello che ho capito era un ex detenuto, forse per problemi legati alla droga.

Nei suoi occhi ho visto la voglia di rifarsi una vita, voler fare un passo oltre le esperienze negative che l’avevano segnato così profondamente. Ho visto anche la paura di essere giudicato, infatti mi ha chiesto più volte se avessi pregiudizi nei suoi confronti.

Non dimenticherò mai il modo in cui mi ha detto “studia, insegui i tuoi sogni”. Non so neanche descriverlo, ma so che era serissimo in quel momento, che mi stava dicendo con tutto il cuore di vivere una vita bella.

Gliel’ho promesso, lo farò.

Il treno si è fermato a Termoli e stavo un po’ temporeggiando prima di scendere, allora lui, Vito, mi ha suggerito di fare presto, perché non si sarebbe fermato a lungo il treno in stazione.

Una volta scesa stavo andando dalla parte sbagliata, allora sempre Vito mi ha indicato la strada corretta.

Mentre stavo percorrendo il sottopasso, sorrido e penso a tutte le persone che ho incontrato, tutto l’aiuto che ho ricevuto. Sono grata. In lontananza vedo una signora anziana mi fa segno dall’ascensore, chiedendomi se volessi prenderlo per non portare a mano la valigia.

Sorrido un’altra volta e penso che il bene si stava moltiplicando davanti ai miei occhi.

Nell’ascensore scopro che la signora stava andando al terminal dei pullman e che sarebbe andata anche lei a Campobasso. Così, ringrazio un’altra volta perché non sono sola nel mio viaggio (e non mi perderò a Termoli).

Quando poi arrivo a destinazione al terminal di Campobasso, incontro un amico e condividiamo un pezzo di strada insieme.

Ora, direte voi, perché ho trascritto ogni dettaglio del mio viaggio? Per dirvi quanto sono brava ad andare in giro? Non proprio…

Lo scrivo per dire che non sono MAI stata sola, che ho avuto sempre qualcuno al mio fianco, pronto ad aiutarmi, compreso il controllore di Trenitalia che mi ha fatto vedere dove fosse il bagno sul treno.

Chiamatela fortuna, chiamatelo tanto “fondo schiena”, chiamatelo come volete.

Io penso che siano state continue Dioincidenze, tanti piccoli segni che mi hanno mostrato quanto sono amata, quanto sono custodita e mai lasciata sola. Senza contare quanto gli amici siano i nostri primi angeli custodi.

…Perché, come mi ha detto un amico giorni fa, la vita o è stupore o è noia.

E dove tutto può sembrare arido, lì stanno avvenendo tanti piccoli grandi miracoli.

Post scriptum

Per lo stile del racconto mi sono ispirata a Matteo Bergamelli, il pellegrino rosso. Non ho inserito gli hashtag #GrandeJesus o #MiFidoDiTeJovanottoDiNazareth, ma sono sott’intesi in ogni riga.

Seconda cosa, a questo link c’è la pagina Facebook di Fagioli e a quest’altro c’è il bel libro comprato a Cesena, che mi sta piacendo davvero tanto.

Terza e ultima cosa: il racconto forse non rende bene l’idea, ma vi assicuro che con un corno sulle spalle, una valigia piena di panni e una borsa stracolma, tutto ciò che ho scritto acquista più senso e impreziosisce ogni minima piccola cosa.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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