Con la Gioia nel Cuore

Scrivo questo articolo perché vorrei raccontare a tutti voi cos’è la Gifra e perché è bello farne parte: non è una “pubblicità”, piuttosto una testimonianza di vita, di Bellezza!

Cos’è la Gifra? È una fraternità di giovani che vogliono prepararsi alle scelte importanti della vita seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, avendo il Vangelo come Guida, l’Eucarestia al centro, la Chiesa come Madre e i poveri e gli ultimi come fratelli.

Questo significa condividere la propria esperienza di fede in fraternità, formarsi insieme, pregare, fare esperienze di servizio, ma anche condividere e fare festa.

Così recita il blog della Gifra d’Italia.

Io sono entrata in Gifra un po’ per scelta e un po’ perché mi ci sono trovata dentro, quindi il senso del mio essere francescana l’ho scoperto strada facendo. L’ho scoperto attraverso gli incontri formativi, i balli in cerchio prima di cominciare la riunione, i pomeriggi alla casa di riposo per anziani, il cantare a Messa con semplicità, la preghiera insieme, la voglia di conoscere sempre più l’Amato e così dare un senso alla vita di tutti i giorni.

San Francesco per me è stato ed è oggi una continua scoperta, un giovane straordinario che mi somiglia e mi insegna più di quanto io possa immaginare, parlando alla mia vita (e a quella di migliaia di giovani). E poi c’è Santa Chiara: donna straordinaria! Lei mi ha insegnato che non c’è felicità maggiore che in Cristo, quindi tutto, per Lui, ne vale la GIOIA!

Grazie alla Gifra ho conosciuto tante persone, tante amiche e amici straordinari che mi hanno mostrato il volto di nostro Padre ogni volta. Non smetterò mai ringraziare per ogni incontro, ogni raduno nazionale o regionale, ogni ritiro, ogni preghiera recitata assieme, ogni canto, ogni raggio di sole catturato.

La Gifra, però, voglio dirlo, non è un luogo perfetto dove stare, ma un cammino e in quanto tale ci sono i sassi e le salite, anche i fossi. Il nostro cammino è come un libro un po’ bianco e un po’ nero, dove però i colori sono di più: sono i nostri cuori che s’incontrano e che tra paure e certezze ricercano Lui!

Insieme camminiamo nella gioia da figli liberi per le strade del mondo in fraternità!

Io nella Gifra ho trovato una casa, un posto dove crescere nell’amore e nella fede (anche nella pazienza), dove ognuno sorregge l’altro, dove il più grande è chiamato a servire i più piccoli, dove i fratelli sono anche amici, e dove ho imparato che se non dai quello che hai lo perdi, ma se invece lo doni ricevi molto di più.

Nel voler raccontare la Gifra non potevo non chiedere aiuto a chi vive il cammino francescano da più tempo di me e a chi lo vive con me, fianco a fianco: non si può parlare di fraternità da soli!

Cosa porti a casa dal cammino Gifra?

Dopo 11 anni di Gifra mi porto a casa la consapevolezza che Dio mi ama come una figlia ed è presente nella mia vita in tante piccole cose, soprattutto nella quotidianità e ha un modo speciale di parlare alla mia vita, come ha un modo particolare ed unico per parlare alla vita di ognuno.

Se dovessi presentare la Gifra a un giovane che non la conosce, cosa diresti?

Direi che la vita, e anche la vita di Fede, sono un viaggio che ognuno di noi in qualche modo percorre: si può scegliere di viaggiare da soli o accogliere che il Signore ti metta accanto persone in ogni contesto (lavoro, scuola, università, famiglia, fraternità, palestra, squadra…), che non sono lì per caso, simpatiche o antipatiche che siano, ma ci sono perché attraverso la relazione con loro passa anche quello che siamo noi, quello che saremo. Questa è la fraternità: avere qualcuno accanto con cui intraprendere questo viaggio nella vita, con la consapevolezza che non si è da soli, ma che Dio, per parlare alla mia vita, alla mia storia mi ha messo accanto dei fratelli attraverso i quali è presente e mi ama, ed io sono lo stesso per loro. La fraternità è un modo per vivere e camminare in compagnia verso qualcosa di bello. O almeno per me è così. Perciò non si può imporre o proporre la fraternità, solo testimoniare la bellezza di non essere da soli a camminare e crescere.

(Martina, gifrina di Bologna, ex vicepresidente nazionale.)

 

Per te l’incontro con la Gifra si può riassumere in “Vieni e vedi” o, al contrario, hai prima visto e poi sei andata?

Per me è stato prima vedere e poi andare! Sono stata invitata a partecipare al campo gifra locale ad Assisi. La mia idea era semplicemente e solo quella di partecipare all’esperienza. Io non sapevo cosa fosse la Gifra, se non per sentito dire, perché ricordo che al tempo passava un periodo un po’ difficile per via del “ricambio generazionale”.

Al campo ad Assisi ho scoperto tante cose meravigliose, ad esempio come è bello stare con degli amici nella semplicità, quanto può essere divertente dormire a terra, sentire un’amica ridere a squarciagola nel cuore della notte anche se tu hai sonno e vorresti solo silenzio per dormire. Ho scoperto la bellezza di condividere le esperienze, anche le più piccole e apparentemente insignificanti. Ho sperimentato la gioia di cantare insieme, per strada, anche se stai facendo una salita e non hai fiato. Ho capito quanto è preziosa la Celebrazione Eucaristica, quella più intima, pensata proprio per te.

Ho compreso il significato di fraternità e me ne sono innamorata.

Al ritorno non sapevo bene come avrei fatto a conservare tutto l’amore che mi era entrato dentro, ma è venuto tutto da sé. Non credo di aver realizzato davvero di far parte della Gifra fino a che non è arrivato il giorno della mia accettazione. È stato un percorso naturale, come se Qualcuno lo avesse pensato proprio per me. Mi ritrovo oggi, sei anni più tardi, ad essere al mio secondo mandato nel consiglio di quella che è diventata la mia fraternità e ad avere nello zaino ancora un pezzetto dell’entusiasmo scoperto durante quel campo, dove tutto ha avuto inizio.

(Fiorella, gifrina di San Bartolomeo in Galdo (Bn), consigliera locale)

 

La prima volta che hai messo piede in “sala gifra”, ti saresti immaginato tutto questo? 

Chiaramente no! Anzi, il giorno in cui ho partecipato al mio primo incontro ero adolescente e scettico sulla mia permanenza. L’incontro non mi coinvolse troppo, o comunque non ne ho ricordi. Da “bravo” adolescente avevo anche molti problemi di fede, molte cose non le capivo, molte altre non le accettavo. Ho camminato molto da quel giorno, anche se ancora oggi molti eventi mi mettono nella condizione di riconsiderare le mie posizioni e di continuare a camminare.

Poche settimane dopo ci fu un evento regionale, la festa del sì (tutta la fraternità regionale si incontra per un momento di festa nel mese di maggio in ricordo del sì di Maria) e anche del proprio. In quel giorno le impressioni furono incredibili: vivemmo un momento interreligioso che mi colpì molto, pregammo con i nostri fratelli musulmani. Penso sia quello il vero momento in cui scelsi di camminare in fraternità

Cosa pensavi “a quei tempi”?

Beh, a quei tempi non pensavo molto, piuttosto facevo, mi gettavo a capofitto in tutto quello che c’era da fare. Il pensiero arrivò col tempo, guardando indietro e facendo memoria, guardando quanto Lui ha operato nella mia vita. Spesso mi sono sentito davvero dove dovevo essere, nel posto pensato per me. Il carisma francescano mi ha subito rapito e fatto suo, subito molte cose mi sono state chiare. Per molte altre, invece, ci ho lavorato tantissimo e ancora oggi ci lavoro e ci litigo, perché rendere vivo il vangelo nella propria vita, capire, accettare, comprendere non è sempre immediato, e soprattutto richiede costanza, passione e fiducia. Poi ci sono molte cose che uno non riesce mai davvero a capire e accettare fino in fondo e fa parte del nostro essere umani. Ad un certo punto bisogna anche fare pace con se stessi e accettarsi.

Perché hai scelto di essere gifrino…o hai scoperto il senso strada facendo?

Penso a questo di aver già risposto. Ma preciso. Io credo di essermi sentito gifrino dal primo istante: San Francesco mi ha da sempre parlato, è sempre stato un punto di partenza e sempre ho sentito miei i suoi modi di puntare al vangelo.

D’altro canto, passare da San Francesco ai fratelli che si hanno accanto non è facile, perché si crea un divario: non si dialoga con idee, ma con persone in carne ed ossa, con i loro difetti e pregi, con le loro simpatie e antipatie, e quindi ci si interroga, ci si fa specchio dell’altro e di se stessi.  Vedo tantissime cose in altri fratelli che mi mettono in discussione e mi pongono in cammino, molte altre che mi stancano, che critico e quindi mi stancano ancor di più, e a volte mi fanno pensare “chi me lo ha fatto fare”, ma poi so Chi me lo ha fatto fare: mi sento chiamato da Lui!…E allora la forza torna e si continua a camminare con la gioia nel cuore compreso quel pizzico di stanchezza, ma sempre, ripeto, con la gioia (vera) nel cuore.

(Giona, gifrino di Adrano (CT), presidente nazionale fresco di elezione -tanti auguri!-)

 

Questa è la Gifra, o meglio, solo una parte di ciò che si può raccontare:

il resto è tutto da VIVERE!

 

 

 

 

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

Una risposta a “Con la Gioia nel Cuore”

  1. La Gi.fra? Siete i miei bellissimi ragazzi e ragazze e poi… subito giovani, sempre alla scoperta del Sommo Bene!!!

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