Le scuole sono ormai chiuse. Per sbaglio, avevo scritto chiese, poi ho corretto.
Forse non è stato casuale, perchè in un certo senso alcuni maturandi sono diventati improvvisamente religiosi, in cerca di un supporto, di qualsiasi tipo, del Divino.
…E il Divino risponde!
Ad ogni modo, i quadri con le ammissioni all’esame di stato sono usciti e ora inizia la manche finale, in cui ogni studente gioca la partita conclusiva – in tre tempi- del campionato della scuola.
Il rischio è quello di dimenticare che i voti contano relativamente, che non sono i numeri a definire la persona. Essi sono solo un giudizio di persone sulle tue abilità.
Allora quel sette, l’otto al posto del nove e il dieci di incoraggiamento, come il sei, diventano solo un biglietto da visita, che non costituisce l’essenza della persona.
Non ci resta che concentrarci, studiare in questi ultimi giorni che ci separano dalla notte prima degli esami e poi collocarci ai posti di combattimento e dare il meglio. Non per i professori, non per la famiglia, non per l’umanità, neanche per la pace nel mondo. Per noi stessi, per poter dire “ce l’ho fatta anch’io e sono soddisfatto”.
Perché può andare sempre meglio,
i libri potevano essere sempre aperti un po’ di più,
ma ciò che conta è la nostra felicità. Sempre.