Maturità e altri dilemmi

Cara amica,

la maturità è l’esame che, in assoluto, a torto o a ragione, delude gli studenti. Si desideravano voti più alti, a volte voti più giusti. Ma cosa sarebbe cambiato?

Mi dispiace della tua delusione dinanzi ai quadri, ai risultati delle prove tanto sofferte. Lo sconforto subito si insidia nella nostra testa e si fa presente in noi la frase “che studio a fare?!“.

Il problema sta proprio lì: studiamo per i voti o per noi stessi? Crediamo davvero nella cultura oppure abbiamo bisogno di continui riconoscimenti per essere motivati?

È vero che un bel voto rallegra, può dare grinta, può farci essere soddisfatti e fieri di noi, ma comunque non significa nulla di più di questo.

Sono numeri. E possono delle cose finite definire una persona? Può un numero dirti chi sei?

Un 100 o un 60, a volte, fa lo stesso.

San Josemaria Escrivá consiglia di dare una motivazione soprannaturale alle nostre occupazioni ordinarie. 

Ce l’insegna la crisi dell’Illuminismo e del Positivismo, che l’uomo non può vivere solo con prospettive finite e materiali.

Hai in te qualcosa di eterno.

Cerca dentro di te il perché del tuo studio: troverai nuovi motivi per andare avanti e non fermarti alla deludente realtà. Con tranquillità puoi affrontare tutte le prove che la vita ti offre.

E poi, altro problema, sono le critiche, le osservazioni sul voto, le attese di amici e familiari su di noi. Tutto questo potrebbe opprimerci, ci può far sentire veramente piccoli e insignificanti. Ci fa dipendere dal giudizio altrui.

Io penso che sia una questione di sguardo.

Da chi scegliamo di farci guardare? Da chi facciamo dipendere la nostra vita? Di chi ci preoccupiamo?

Ti racconto la mia esperienza, quando ti dico che ho scelto Cristo. Ho scelto Lui, perché è l’unico in assoluto (mi dispiace per mamma e papà, ma mi vorranno bene lo stesso) che conosce chi sono e sa’ la verità su di me.

È l’unico che mi ama se prendo 61, 73 o 92. Mi ama anche se vengo bocciata.

E, insieme, mi chiede di dare il massimo, il meglio in ogni cosa che faccio: mi insegna ad amare me stessa.

Con Lui non devo preoccuparmi di apparire, di fare una continua gara logorante a chi è il migliore.

Ho una missione ad hoc per la mia vita, ce l’ho solo io e nessun altro può copiarla. Quindi non è importante che io prenda un bel voto, non è necessario iscrivermi a medicina, non è richiesto un livello minimo di bravura.

Tu sei una persona unica e meravigliosa. Quando guarderai il punteggio finale dell’esame, vedi il tuo e gioisci. Un capitolo della tua vita si è concluso e ora ne comincerà un altro tutto da scoprire.

Vivi l’esame come una prova da affrontare, che tu puoi affrontare. Non trasformare questi giorni di studio e di attesa in una tragedia…

E poi…divertiti! La vita è bella!!

Studiare non sarà come andare a Mirabilandia, ma (trova tu stesso una continuazione a questa frase).

Fatti e riferimenti a persone e a cose sono puramente casuali.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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