Facciamo tre tende

L’Estate Ragazzi è una specie di arca di Noè nel diluvio della quotidianità, positivo o negativo che sia.

E alla fine nasce spontaneo il voler dire «facciamo tre tende» (Lc 9,33), perchè «è bello per noi stare qui». Bello davvero.

Il fatto è che l’Estate Ragazzi ti porta anche a scegliere l’unica vera tenda: Gesù! Perché non c’è un luogo fisico (a parte l’oratorio), non c’è un recinto. Siamo tutti legati da un filo rosso invisibile agli occhi, ma non al cuore.

Come Abramo costruiva dei piccoli altari di pietre ogni volta che incontrava il Signore, anche io e noi possiamo costruire un altare per l’Estate Ragazzi. L’abbiamo incontrato [il Signore] ogni volta che abbiamo gioito con un bambino, che l’abbiamo consolato, ascoltato e soccorso a ruba bandiera figurata.

Ogni volta che c’era un abbracccio, uno sguardo sorridente, in ogni lacrima scesa durante le condivisioni, nei cavatelli cozze e fagioli di Don Franco e nella pasta al forno sempre presente, nel desiderio di stare insieme di Don Ugo, nelle parole di Don Francesco.

Abbiamo incontrato Gesù in ogni vittoria di Marta a un duè trè, nell’organizzazione impeccabile degli arbitri, nelle best practice di Gabriele, in ogni risata “simpatica” con Martina, Federica e Natalia, in ogni sbadiglio a Messa e nel canto “Resta qui con noi, il sole scende già...” alle 9.00 di mattina. Nella testimonianza di Chiara e del signor Tucci, nella grigliata, nella spalla di Samuele, nella spesa da Nada con Ludovica e Marco, in ogni battuta dimenticata di Michele Aman, in Marzocheo, nella squadra e nei co-capitani super, nei microfoni che hanno fatto forfait allo spettacolo finale.

L’abbiamo incontrato in ogni goccia di pioggia (o di sudore, fai tu!), in ogni “Solo tu!” di Michela e Giulia, in ogni…In ogni tutto.

Cosa mi porto a casa da questa esperienza non è quantificabile, ne è possibile scriverlo qui. Come non è possibile scrivere i nomi di tutti coloro che ho conosciuto e che porto nel cuore, uno ad uno.

Diventerebbe l’articolo più lungo del cosmo.

So solo che porterò uno zaino pieno ma leggero, come la nostra amicizia appena nata. Ché leggerezza non vuol dire superficialità, ma semplicità, ovvero essere poco dispersivi e andare diritti al punto.

So anche che lascerò tanto, in Oratorio lascio tante cose: il mio ricevere ha creato anche un donare.

Le tende, allora, le montiamo nel cuore, in Gesù, come segno dell’unità che ha creato la settimana dell’Estate Ragazzi, che non può finire davvero. Non è possibile tacere da ora in poi, perchè siamo in cammino con Lui, perchè noi, immensamente felici, l’abbiamo incontrato!

Insieme abbiamo riscoperto l’importanza di fare e stare insieme, perchè insieme è più bello!!

SOLO TU, MA NON DA SOLO!

 

 

Vi porto via con me, in questa notte fantastica, che tutto sembra possibile, mentre nel cielo si arrampica un desiderio invincibile. #jovanotti 

 

 

 

 

 

PS Per chi non lo sapesse, l’Estate Ragazzi è una settimana di campo per ragazzi dalla terza elementare alla terza media, organizzata da molte parrocchie in Molise. Sono previste delle attività sia per i ragazzi, sia per gli animatori. Ogni pomeriggio sono stati proposti ai ragazzi dei giochi, laboratori e la storia di un personaggio biblico su cui riflettere.

 

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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