Verso Santiago e Oltre

Ciao amici! Sin da piccola, ascoltandone i racconti, sono innamorata del Cammino di Santiago. Mi ha sempre incuriosita, con il suo sapore di Bellezza, con la sua capacità di metterti in discussione passo dopo passo, dove capisci che non sei tu a scoprire la meta, ma è la meta a scoprire te!

Laura, la nostra amica, ci racconterà la sua esperienza, il suo “camino”…

È partita da Porto e, attraverso circa 270 chilometri in 12 tappe (il Gps non inganna), è arrivata a Santiago di Compostela insieme alle sue compagne di viaggio e nuovi amici conosciuti lungo la via.

 

Com’è nata l’idea di iniziare a viaggiare a piedi lungo il Cammino di Santiago? Quale percorso avete scelto di fare?

L’idea l’ho concepita anni fa, ma il parto è avvenuto quasi per caso…Discutendo tra amiche il discorso è venuto fuori e dopo pochi giorni avevamo già bloccato l’aereo.

La scelta è caduta sul cammino portoghese per tanti motivi: ci allettava la possibilità di vagare in giro per il Portogallo e il clima umido ci avrebbe aiutato a sopportare la fatica. L’acquisto di una guida, poi, ha fatto il resto.

 

Camminare cosa ha significato per te? Sei partita già con un “perché” oppure quello è venuto strada facendo?

Domanda complicata.. Non riesco a dare risposte o significati: sono venute fuori domande, riflessioni…

Il cammino amplifica i pensieri! Quanto al perché, forse è il caso di chiedersi per Chi!

Per Chi cammino? A Chi affido i miei passi?

Il cammino, in origine, lo facevano i peccatori per ottenere il perdono, partendo dalla consapevolezza di essere limitati, piccoli. Questo l’ho capito solo all’arrivo.

 

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Perché decine di migliaia di persone si affollano sul Cammino: fede, desiderio di avventura, una Woodstock escursionistica o per sfida?

Purtroppo oggi è diventato solo turismo per un buon numero di camminatori. Chi cerca il contatto con la natura, chi mette alla prova la propria forza…Ma il cammino è prima di tutto un pellegrinaggio, e segue i passi di un apostolo che ha donato la sua vita per la fede.

Per il semplice trekking esistono posti sicuramente più affascinanti!

 

Cosa ti preoccupava di più, prima della partenza? Le preoccupazioni si sono rivelate futili?

 

Cosa mangerò?
Mi laverò?
Con chi dormirò?

Mi fermerò prima?

Addio miei cari, potrei non farcela!!!

Scherzi a parte, le domande sono inutili: PARTI E BASTA.

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Sul web si vedono tante foto di pellegrini, magari prima sconosciuti fra loro, che si incontrano e condividono i giorni di cammino. È vero che non si è mai soli in questo “viaggio”? Voi avete incontrato altre persone? Qual è stato l’incontro più significativo per te?

È difficile stare soli, soprattutto quando si arriva agli ultimi 100 km. Sicuramente i momenti di silenzio sono tanti, ma è stato bello condividere qualche percorso o il riposo. Gli incontri sono stati tutti straordinari, con persone da tutto il mondo: da Chicago alla Corea, dalla Svezia alla Germania, passando per i simpaticissimi pellegrini baresi. Abbiamo condiviso ostelli, spaghettate di fortuna, dolori, risate…

L’incontro che mi ha segnato di più è stato quello con la piccola Bianca: la pellegrina più giovane del cammino con i suoi 14 mesi. I suoi genitori si erano conosciuti 10 anni prima sul cammino Francese e adesso stavano andando a battezzarla a Santiago. Siamo diventati tutti zii e zie di questa biondina dal sorriso facile, promettendo di andare a trovarla al più presto.

 

 

Quale tappa del Cammino ti è rimasta più delle altre nel cuore?

Resterà sempre nel mio cuore la tappa più difficile, dove una salita sovrumana ha messo a dura prova i nostri nervi. Eppure anche lì altri pellegrini sono comparsi a farci forza e “alleggerire” la tensione.

Non c’era nulla che non finisse in una risata.

A volte ci sono momenti in cui pensiamo di non farcela, con la tentazione di abbandonare tutto e tornare a casa. Per il cammino è stato così? E quali sono state le emozioni una volta giunti alla bella cattedrale di Santiago?

Non ho mai pensato che non saremmo arrivate. Lo senti dentro che in qualche modo arrivi. Ti senti ottimista.

L’arrivo alla cattedrale è una gioia indescrivibile. Dopo la foto di rito, ti stendi per terra ed è come se per la prima volta ti sentissi davvero stanco e pensi che ce l’hai fatta. Proprio tu! Non stai sognando.

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Dopo le lunghe trafile per la compostela, il momento più forte è l’abbraccio alla statua del santo (che stranamente ride, forse anche lui non se l’aspettava!!!) e la visita alla tomba, uno di quei rari luoghi dove poter incontrare le spoglie di un apostolo.

E ti senti fortunata, felice.

 

Come dice Niccolò Fabi, è meglio avere un bagaglio leggero. Come ti sei trovata con il tuo zaino?

Sicuramente con lo zaino posso ancora migliorare: le clavicole sono ancora a pezzi!

La riflessione per me ricade su un altro “zaino” ben più pesante, perchè la sfida, adesso, è liberarsi di tutto ciò che appesantisce lo spirito!

 

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Quali consigli daresti a chi volesse intraprendere il Cammino di Santiago?

I consigli sarebbero tanti, ma uno solo indispensabile: aprire il cuore, porsi in ascolto!

 

NEL BOSCO

 

Perché lo rifaresti?

Lo rifarei per tanti motivi, troppi da elencare.

Sicuramente una bella spinta viene fuori dalla consapevolezza che forse il prossimo cammino potrei farlo con una maggiore consapevolezza, meno timori e più apertura verso il Possibile.

Come diceva Giovanni Paolo II : “la vita è un’ondata di stupore!”

 

 

Grazie Laura per la tua bella testimonianza!

ULTREYA!

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Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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