Un posto sicuro

Mi sono sempre piaciuti gli scout, fino ad ora non avevo capito da cosa derivasse tanta ammirazione poi maturata negli anni, ma ieri sera, rileggendo un libro di quando ero piccola, ho capito.

Il libro che ho letto è “Un posto sicuro“, la traduzione di Hiding Edith di Kathy Kacer.

La protagonista della storia è una ragazzina di circa nove anni di nome Edith Shwalb, ebrea viennese vissuta negli anni della seconda guerra mondiale. In seguito a un avvertimento di un soldato, Edith scappò con la sua famiglia in Belgio e poi nel sud della Francia attraverso viaggi pericolosi nei boschi. Dopo che suo padre fu arrestato dai nazisti, la madre e la sorella Therese si nascosero in campagna; Edith e il fratello Gaston alla casa di Moissac, fondata dagli Scout Ebrei di Francia e gestita da Shatta e Bouli Simon. Qui rimasero dal marzo 1943 fino all’agosto dello stesso anno. Tutti nel paese sapevano che oltre cento piccoli della casa erano ebrei, ma mantennero il segreto contribuendo alla loro salvezza e avvisando i responsabili ogni qual volta ci fosse una retata dei nazisti. Così, i piccoli ebrei partivano per il camp volant sulle colline e si nascondevano per qualche giorno spostandosi di luogo in luogo con le tende, imparando ad aiutarsi a vicenda. Anche Moissac, dopo poco tempo, divenne pericoloso e così Edith e gli altri bambini vennero divisi e mandati in collegi francesi con nuove identità. Dopo alcuni bombardamenti, vennero riassegnati a delle famiglie di contadini, dove restarono fino alla fine della guerra. Quando finalmente gli americani e gli alleati sconfissero i nazisti, tutti i piccoli ebrei tornarono a Moissac e poi nelle loro famiglie.

Quella che Kathy Kacer racconta è una storia vera. Edith ora vive in Canada, è sposata e ha figli e nipoti.

Più di cinquecento bambini vissero in quella casa e solo una di loro non sopravvisse: i suoi genitori l’avevano portata via, contro il parere di Shatta e Bouli.

Ecco perchè ammiro gli scout e perchè sono grata a loro: hanno salvato tante vite non perchè venivano pagati, semplicemente perchè era giusto. E così anche a tutti coloro che hanno salvato persone innocenti nascondendole e donando loro una speranza.

A tutti loro io sono grata.

E prego perchè mai più nessuna famiglia debba essere separata, nessun bambino, nessuna donna e nessun uomo debba vivere l’orrore della guerra e dell’odio. Ciò che ora possiamo fare, ognuno di noi, è fare il bene perchè è giusto farlo, così da tenerci pronti in caso di necessità.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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