Un astronauta della musica

Dinanzi a persone che hanno raggiunto livelli artistici eccezionali con la propria passione, ognuno di noi si chiede da cosa siano partiti e cerca di carpire i segreti che ci sono dietro questi grandi.

Con gioia ed emozione, oggi vi presento Leo Marchi, un grande musicista, che sicuramente conoscerete perchè al fianco di cantanti di fama, come Alessio Bernabei.

Cominciamo!

Qual è il suo primo ricordo con la musica?

Ero davvero piccolo, 6 o forse 7 anni quando mio padre in un lungo e
freddo pomeriggio di inverno, chiusi in un vecchio scantinato umido con un
vinile in mano, disse: “Sto per farti un regalo: ti farò ascoltare un capolavoro.
Questa è la musica più bella che io abbia mai ascoltato.”
Ero così affascinato da quel “quadrato” di cartone con sopra tante figure e tanti nomi scritti che non conoscevo. Ricordo come fosse ora il suo odore.
Ricordo anche delle lettere sulla facciata principale che la maestra non mi
aveva fatto studiare…la J e la W!!!
Ero così emozionato…quell’ascolto avrebbe cambiato tutta la
mia vita ed io non potevo nemmeno immaginarlo.
Può un’opera incidere una firma indelebile dentro di te e coinvolgerti totalmente
fino a cambiare tutto il tuo percorso e di conseguenza il tuo futuro?
Ricordo le mani di mio padre molto più grandi delle mie prendere il braccetto del
giradischi e poggiarlo delicatamente sul prezioso oggetto comunemente chiamato disco.
Una “puntina” sfiorava quell’oggetto roteante di color nero e tra quei tanti
scricchiolii iniziava l’opera di John Williams che amerò per sempre.

Quali erano i suoi sogni da ragazzo? Avrebbe immaginato di fare
tanta strada?

In un primo tempo volevo fare l’astronauta, poi il veterinario ed infine il
poliziotto. Un giorno, però, un amico di famiglia introdusse nell’appartamento dove abitavo un basso elettrico, che lasciò posteggiato in un angolo della sala da pranzo per mesi. Il vero motivo di questo parcheggio gratuito non l’ho mai capito ma fu un buon motivo per prendere in mano quello strumento bellissimo, oltre al pianoforte, che già suonavo dall’età di 6 anni. Non avrei mai immaginato di fare così tanta strada, fino alla stazione del treno a piedi con il basso sulle spalle e così tanti chilometri sempre a piedi per raggiungere scuole di musica disperse tra i più antichi quartieri romani.

In quale scuola di musica ha studiato? È stato difficile farsi spazio tra i vari musicisti?

Ho studiato al Saint Louis College of Music, a Roma. In Italia abbiamo
docenti nel ramo della musica e dello spettacolo che sono una vera
concorrenza nel panorama internazionale.
Il discorso di farsi “spazio” tra musicisti è molto lungo e delicato, ma posso sintetizzare esponendo la mia idea di percorso artistico.
Il mio modo di pensare è molto semplice, odio la competizione in tutto quello che riguarda l’arte, non ho nessun rispetto per chi propone la propria arte in maniera mediocre screditando con rimborsi inadeguati la parola “lavoro”.
Cerco di avere sempre una identità nel modo di suonare, nel suono dello
strumento e, perché no, anche del suo look.

Qual è il suo momento preferito di un concerto? Prima di salire sul
palco ha una specie di rito, un’azione di buona fortuna oppure un
oggetto che porta sempre con sé?

Il mio momento preferito? L’assortimento di pasticcini poco prima di iniziare nel backstage!!!!
Scherzo… sicuramente durante la parte centrale dello spettacolo, quando ho
preso confidenza con il palco e tutti i suoni: è allora che mi godo perfettamente
ogni nota.
Non credo molto nel potere degli oggetti, per questo non ne porto mai uno in
particolare con me, anche se ho dei porta fortuna come: un paio di pinze per le
corde, una muta di corde nuova, plettri e altri oggetti per la manutenzione
dello strumento.
Non ho neanche un vero e proprio rito, tranne che, nel momento poco prima di
salire sul primo gradino della scalinata del palco, faccio sempre il segno della
croce ed un saluto a Gesù.

Per lei quali sono le caratteristiche che deve avere un musicista di
successo?

Preparazione teorica e pratica sullo strumento, umiltà, voglia di
imparare, disponibilità e capacità di lavorare in gruppo. E poi…Un pizzico di audacia nel proprio modo di suonare.

Cosa consiglia ai giovani musicisti che vogliono intraprendere
una carriera nel mondo della musica? Qual è stato il motore che
l’ha portata a fare tutto ciò che ha fatto?

Consiglio di studiare e di prepararsi bene scegliendo sempre insegnanti
che abbiamo molta esperienza sul palco e non solo in casa e investire tempo e
denaro come quando si ha una vera e propria azienda commerciale da
gestire. Consiglio di lavorare con la musica, ma divertendosi, proponendosi perciò sempre
in situazioni dove c’è passione per quello che si fa.                                                                     Il vero motore è il raggiungimento di un obbiettivo, la totale dedizione a
ciò che si vuole fare, nel migliore dei modi, la curiosità e la voglia di essere
sempre fuori dagli schemi creando nel proprio lavoro un qualcosa di diverso.

 

Grazie Leo Marchi di averci donato la tua esperienza!

Ti auguriamo il meglio!

 

 

 

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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