“Re omnium pretiosissima luditur” scrive Seneca.
Non è possibile affermare che la vita, che è il bene più prezioso, venga considerato tale: ella è spesso sottovalutata, sprecata, interrotta e molto altro.
L’errore sta nel ritenersi padroni della vita.
Seneca, filosofo, politico e drammaturgo latino della Roma dei primi decenni dopo la nascita di Cristo, a più riprese, nei suoi scritti, ricorda laicamente che la vita ci può essere tolta e data senza che siamo noi a deciderlo.
Molto spesso nei ragazzi c’è la tendenza a guardare molto più in avanti che al presente. Si creano grandi progetti, si riempie la propria agenda fino a diventare come gli “occupati” che Seneca critica, dimenticandosi di vivere il presente.
E’ giusto sognare e progettare, ma come il filosofo insegna nell’opera “De brevitate vitae”, dare valore al tempo significa vivere giorno per giorno, senza sottovalutare ogni istante che sarà diverso da ogni altro e che non ci verrà restituito se perso.
Il tempo è, dunque, un possesso da non perdere, qualcosa da stringere a sé e rendere bello, consapevole.
Non bisogna impiegare il tempo rendendolo vano, per fare e avere tralasciando l’essere.
Nell’essere uomini Seneca ci insegna anche l’amicizia, ossia qualcosa per cui valga la pena usare il proprio tempo e così impreziosirlo.
Vivere per l’altro, cercare la saggezza ed essere saldi nelle virtù.
Tutto concorre alla vita, ogni pensiero, ogni azione deve essere per la vita, quella vera e preziosa che Seneca mette spesso in evidenza.
E’ un errore comune recepire male il messaggio di Seneca di “vivere per l’altro“, poiché l’uomo è teso a essere protezionista nelle relazioni e pensare di includere un’altra persona nella propria vita fa spavento.
Seneca chiama “stolti” coloro i quali non considerano amici gli altri uomini.
Nella settima lettera a Lucilio il filosofo esorta a scegliere il bene, alimentato dalle buone amicizie, a ricercare l’intima soddisfazione invece che un’effimera gloria di ostenti. L’uomo di ogni secolo ha spesso coltivato l’esatto opposto di ciò che Seneca individua come ciò che è saggio.
Molti sono gli esempi che si possono individuare in noi stessi e nella società circa la ricerca di vana gloria, di cadute in scelte e situazioni negative a causa di amicizie nocive.
E’ difficile allontanarsi da chi o da cosa ci ostacola nelle virtù, è difficile uscire dal gregge e fare, appunto, cose egregie.
Seneca, tuttavia, ricorda agli uomini che ciò che è difficile non è necessariamente impossibile e ci esorta a compiere piccoli atti di coraggio ogni giorno e aspirare a grandi cose.
Vale!