Lady Chami

Odio dire “te l’avevo detto”, ma quando ci vuole, ci vuole!

La prima cosa che ho detto alle mie compagne di squadra mercoledì pomeriggio, prima della partita di Campionato contro il Castello Matese, è stata che prevedevo un 6-0, per una o per l’altra formazione che fosse.

Ma andiamo con ordine…

Dopo l’inizio degli allenamenti a San Bartolomeo, con la squadra Femminile che si è formata a settembre, ho sentito l’esigenza di trovare una squadra qui a Campobasso, dato che studio al Conservatorio e sono una cosiddetta “fuori sede”. Dopo varie ricerche su internet e ricerca di informazioni, ho trovato la pagina facebook della Polisportiva Chaminade, quindi poi ho inviato un messaggio alla pagina, per chiedere se la società avesse avuto intenzione di creare una squadra femminile lì da loro. In risposta ricevo il numero del “responsabile”, nient’altro, allora mi faccio coraggio e lo chiamo. Vi dico solo che ho fatto salti di gioia dopo aver chiuso la chiamata.

Avevo in mente questo articolo da almeno due mesi, ma ho sempre atteso il momento giusto per scriverlo e pubblicarlo.  È difficile tradurre in parole quello che vorrei raccontarvi, ma ci provo lo stesso perché, in fondo, non è impossibile.

La prima volta che sono entrata nel Pala Sturzo, luogo degli allenamenti della femminile della Chaminade, non ero molto sicura di poterci e volerci mettere piede una seconda volta. Tanti erano i dubbi: lo studio, lasciare le mie compagne di San Bartolomeo, la mia poca esperienza sul campo, l’impegno del Campionato, trovare compagne di squadra disponibili a darmi un passaggio per andare agli allenamenti…

L’accoglienza, però, mi ha fatto subito cambiare idea, perché ho visto in quel primo allenamento di Calcio a 5 qualcosa di bello a cui non ho potuto non dire di sì.

Mister e compagne di squadra (che ora sono diventate amiche) mi hanno accolta e dopo pochi incontri mi sono sentita a casa. Non mi è stato fatto mancare nulla, specialmente gli scherzi tra di noi (“dormire sul pulmino” vi ricorda qualcosa?), che sono cornice di un rapporto che piano piano sta crescendo. Ho sempre trovato, trovo e troverò compagne e amiche che si prenderanno cura di me, in qualunque modo. Ne sono grata.

A questo punto non posso non pensare a un pezzo di squadra che è andato via, le nostre poliziotte. Chi le ha conosciute sa di cosa parlo e sa quanto significano per tutte noi.

Con il passare del tempo, dopo allenamenti (compresi quelli extra), tanti rimproveri del mister che ci chiedeva sempre di dare il meglio, tanto crescere attraverso piccole cose, la squadra ha iniziato a prendere forma. Insieme abbiamo accumulato sconfitte, come squadra e come gruppo, ma tanto lavoro e tanto “mettersi da parte” ci faranno crescere in entrambi i sensi. Dobbiamo fare ancora tanti passi…

Dico “mettersi da parte”, perché in una squadra è l’unione che fa’ la forza e quindi se perde una, perdono tutte; se vince una, vincono tutte. È normale che ci siano delle giocatrici che spiccano perché valgono tanto, ma il loro essere preziose dipende proprio da quanto sostengono e supportano la squadra. Paradossalmente un Maradona non serve a nulla se non mette i sui talenti a frutto nella e con la squadra.

Se doni i tuoi talenti, ricevi – almeno – il doppio; ma se non dai, perdi anche quello che hai.

Comunque sia, mercoledì 4 Dicembre 2019 è un giorno importante per noi Lady Chami, perché abbiamo finalmente gioito dopo una partita. Non ci sono stati sguardi tristi, ma solo voglia di gioire (e cantare) ancora e festeggiare altre vittorie, con la consapevolezza che c’è ancora tanto lavoro da fare.

In un film, un direttore di un complesso Jazz dice al proprio allievo che non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”. Non bisogna mai pensare di essere arrivati a destinazione. Il che non vuol dire di non essere felici dei risultati ottenuti, piuttosto cercare sempre di superarli e raggiungerne altri. Perché farlo? Perché l’essere umano non è fatto per poltrire e accontentarsi, ma per trovare il modo di saziare la propria sete, per essere veramente felice. La nostra patria è la pienezza della vita. Sono convinta che sia così.

Mercoledì è stata una bella partita, bella perché siamo state una squadra (cit. il nostro capitano), perché ci abbiamo creduto tutte insieme.

In questa partita avuto la possibilità di entrare in campo anch’io, nonostante non fossi esperta e preparata come altre compagne. La cosa più bella che non dimenticherò mai, è stata ricevere incoraggiamenti sia dalla panchina, sia dalle compagne sugli spalti. Non importava quanto mi tremassero le gambe, quanto facesse freddo, quanto fossero agguerrite le avversarie: ero in campo per tutta la squadra e dovevo dare il mio meglio di quel momento, con tutta la grinta e l’entusiasmo e la concentrazione possibili.

L’ultimo minuto del secondo tempo eravamo ancora 5-0, ma incredibilmente il sesto goal è arrivato e la profezia si è avverata.

Io l’avevo detto!!!

 

AD MAIORA!

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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