Un Metodo per DARE VITA

Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Maria Celeste e Massimo, che sono due cari amici. Nel loro cammino di sposi e genitori hanno scelto di seguire il Metodo Billings.
Maria Celeste è avvocato e Massimo è un insegnante di Filosofia, hanno due figli che sono nati grazie all’essersi fidati di Dio, attraverso la scelta di fidarsi della natura, che è opera Sua.

Partiamo dalle basi. Cos’è il Metodo Billings?

Il Metodo Billings consente alla donna di conoscere la propria fertilità, attraverso dei segni e sintomi di fertilità strettamente correlati all’andamento ormonale di ciascun ciclo. A questo proposito il Metodo è utile per ricercare o rinviare una gravidanza, ma anche per capire se ci sono delle problematiche di salute, poiché ha un’efficacia diagnostica.
Una donna che conosce sé stessa è una donna consapevole.
Il Metodo Billings deve il suo nome ai medici australiani suoi ideatori – i coniugi John ed Evelyn Billings – ed ha pieno fondamento scientifico.

Il Metodo Billing è una cosa che riguarda solo le donne?


È chiaro che sono le donne a fare l’osservazione quotidiana, ma nel momento in cui si è coppia, il metodo diventa una cosa della coppia. Deve essere sempre una scelta di entrambi, non può essere del singolo, perché entra in gioco l’intimità.

Il marito ovviamente è coinvolto e deve esserlo, perché uno dei punti forti di questo approccio è la crescita del dialogo e della complicità all’interno della coppia. Il confronto quotidiano è fondamentale in quanto la coppia nel suo insieme diviene responsabile delle decisioni in tema di procreazione.

Massimo, quando hai conosciuto il Metodo cosa hai pensato?

Prima di fidanzarci era il metodo che Celeste praticava e poi è diventato “nostro”. Pur non avendo una vera e propria conoscenza di cosa fosse, mi è sembrato subito genuino. In fondo si tratta di conoscere i ritmi del proprio corpo. Come spirito, il Metodo Billings è genuino, semplice, anche se ha basi scientifiche complesse.
La sessualità, come anche l’emotività, ha dei ritmi, dei cicli e, in un’ottica di conoscenza reciproca, per noi è venuto abbastanza spontaneo prendere questa strada.

Celeste, come il metodo è diventato della coppia?

C’è stato il momento dell’analisi, del confronto, la nostra coppia è cresciuta anche in questo. La scelta del metodo può destare perplessità in chi non ne conosce gli innumerevoli benefici perché ci si ferma all’idea che l’intimità possa essere in qualche modo regolamentata.

Il metodo Billings, invece, aiuta la coppia a confrontarsi ed a fare scelte consapevoli in tema di procreazione. Nel tempo si sviluppa tra marito e moglie una speciale complicità e creatività, anche nel trovare modi sempre nuovi per scambiarsi affetto e tenerezze.

Molti ignorano che, anche quando si incontrano difficoltà a concepire un figlio, non è opportuno moltiplicare i rapporti, ma è più efficace scegliere di  concentrarli nel tempo favorevole. Lo posso confermare io, che seguendo il Metodo sono rimasta incinta di due figli, nel giro di poco, pur essendo già quarantenne!

Quando la coppia sceglie di incontrarsi fisicamente, lo vive nella pienezza, senza limiti e barriere. Credo che sia imparagonabile con altri stili di vita. quanto a bellezza ed intensità di emozioni in gioco!


Per noi, poi, c’è stata anche una scelta di vita cristiana. Abbiamo deciso di fidarci, anche in questo campo, delle indicazioni della Chiesa, sintetizzate meravigliosamente nell’ Humanae Vitae, ed, attraverso la scelta del Metodo, abbiamo ancora più compreso quanto la Chiesa è Madre e non da indicazioni che non siano nella direzione del maggior bene per l’uomo.

Come sposi vi fate portavoce della bellezza a cui apre il Metodo Billings?

Massimo ed io proponiamo il Metodo alle coppie perché secondo noi questo modo di vivere aiuta a realizzare l’amore sponsale nella sua pienezza ed è anche un modo per essere sicuri di tutelare la vita umana riconoscendone il valore pieno.

Sappiamo bene, in virtù degli studi fatti, che i meccanismi di azione dei  (cosiddetti) contraccettivi più comuni, possono interferire sulla vita umana nelle sue prime fasi, quelle successive alla fecondazione, in modo tale da determinare l’interruzione di una gravidanza. Infatti, per esempio, la pillola estroprogestinica, la pillola del giorno dopo, quella dei cinque giorni dopo e la spirale hanno un’efficacia contraccettiva quando intervengono bloccando l’ovulazione, ma non quando agiscono alterando la funzionalità dell’endometrio uterino. In quest’ultimo caso, la pillola ha un’efficacia antinidatoria: l’embrione non trova un ambiente adatto per impiantarsi e la conseguenza immediata è la perdita di una vita già concepita.

Quali difficoltà ci sono riguardo al Metodo Billings? Vale la pena?

La difficoltà che preoccupa molti è che non sempre si può incontrare la propria moglie/il proprio marito.
Tuttavia, di per sé, non ci sono contrasti tra il desiderio di stare insieme e i momenti fertili.

La coppia che vuole rinviare una gravidanza dovrà attendere il momento in cui la donna non è fertile, nulla di complicato o faticoso!
Lo scontro tra il desiderio e la possibilità di stare insieme può dipendere da tanti fattori: malattia, discussioni, tensione emotiva, essere lontani…
Ci sono davvero tanti motivi per cui marito e moglie non possono stare insieme.
In queste attese, ci si educa alla pazienza, ad essere attento alle esigenze dell’altro.

C’è un di più nel seguire il Metodo Billings?


Con il Metodo c’è più intimità, c’è un’intesa più forte, perché c’è un dialogo continuo. Queste attese ti spingono a trovare dei modi nuovi per manifestare il proprio amore, come in un corteggiamento. L’attesa va vissuta nell’intimità di un dialogo, di un gesto di tenerezza, o anche nel fare una battuta comica perché si deve aspettare: fa essere più uniti.
Si cresce nel dialogo e nello sperimentare altre forme di affettività, di tenerezza, di attenzione all’altro, di sguardi. Nel vissuto quotidiano è dimostrare che si ha a cuore il suo bene. La coppia non viene penalizzata, ma cresce nell’amore. Non scegli di prendere, ma impari a dare e a ricevere, in un’ottica di condivisione.

Perché non se ne parla dei metodi?


Viviamo sicuramente in una società consumistica, anche negli affetti, in cui c’è la logica dell’usa e getta. Non si accetta il dialogo e la condivisione: è più facile prendere, usare e buttare.
E poi dei metodi naturali non sempre si fa una giusta conoscenza e diffusione. Anche i sacerdoti non sono tutti informati, molti diffondono informazioni errate sulla fallibilità di questo metodo, che invece ha dei livelli altissimi di sicurezza. Il Metodo Billings è, infatti, spesso associato a vecchi metodi naturali che non avevano basi scientifiche, ma basati su un calcolo delle probabilità.
Il Metodo Billings è basato su un’osservazione quotidiana, che consente di riconoscere dei segni correlati all’andamento ormonale di ciascun ciclo. Nel momento in cui viene ben appreso, il Metodo Billings ha più efficacia dei contraccettivi se non si vuole ricercare una gravidanza o, al contrario, in senso positivo se si vuole ricercare la gravidanza, anche per coppie non molto giovani.

Si può essere autodidatti?


Non si può essere autodidatti. Il metodo richiede un apprendimento, che non è complesso e non è molto lungo, e non richiede un livello culturale elevato per essere praticato.
Ci sono delle insegnanti che prestano l’opera in maniera volontaria e gratuita.
Tra le altre cose, il Metodo è stato insegnato anche alle donne dei paesi in via di sviluppo; è gratis ed ha aiutato molto queste popolazioni.

Maria Celeste quando hai conosciuto il metodo? E perché hai deciso di usarlo?


Ho conosciuto il metodo da vent’enne, indirizzata insieme ad altre ragazze dal nostro padre spirituale, perché era importante per la nostra vita, sia che scegliessimo di sposarci sia di consacrarci.
La conoscenza della fertilità per la donna è una conoscenza importante, fruttuosa.
Mi è subito piaciuto, anche perché avevo scelto di vivere in castità. Mi sembrava che desse completezza alla mia vita, alle mie scelte.

Cosa diresti alla quindicenne che eri, adesso che il metodo è parte della tua vita?

Direi solo: inizia prima! Perché è bello avere una panoramica delle stagioni della vita della donna, che la fertilità mostra. In merito a questo, vorrei dire che è importante rivalutare il tempo giusto per pensare al matrimonio e risistemare i valori della vita. La fertilità ha dei tempi e vale la pena dare spazio a questo.
Nella società del consumismo non ci si pensa, infatti poi alcuni ricorrono a pratiche contro natura, che si risultano molto fallimentari e dolorose, senza rispettare sé stessi e gli altri, senza rispettare la vita.

Massimo tu hai sempre desiderato di sposarti e mettere su famiglia?


Sul piano personale ho impiegato del tempo per aprirmi alla prospettiva di sposarmi e avere e diventare famiglia. All’inizio ero preso dalla ricerca della mia autorealizzazione. Non mi sentivo abbastanza forte per poter fare un passo del genere e non mi sentivo sicuro di me stesso perché avevo delle scelte di vita ancora in sospeso.
L’amore mi ha sciolto, mi ha edificato, rendendomi più costruttivo e aperto alla vita, senza restare impantanato nelle mie fragilità. L’amore di e in Dio, in Cristo, nella Chiesa, negli amici, nei fratelli. E l’amore riscoperto con Celeste. Quando ho incontrato lei non ci sono stati dubbi, paure. Avevo solo il desiderio di discernere se noi due potessimo camminare insieme. Nel giro di un anno e mezzo ci siamo sposati ed è nato un figlio. Non mi riconoscevo in quel Massimo che aveva avuto paura e che era fragile. Eppure penso che quelle fragilità sono delle ferite, che ora sono guarite, ma che hanno bisogno di guarire continuamente, sempre più profondamente.
Ora mi sento amato perché sento nel cuore che io sono nel cuore di Celeste e lei mi porta dentro di sé.

Secondo voi perché la genitorialità è diventata una maledizione al giorno d’oggi?


La famiglia e il matrimonio sono percepite come una catena, che impediscono di perseguire obiettivi di studio, lavorativi, impediscono di viaggiare ecc. e quindi questa catena è rifuggita. Però credo che ci sia nei nostri cuori un desiderio di intimità, di condivisione, di curare chi è più piccolo, o di essere curati a nostra volta.
Ecco: se mettiamo tutto questo da parte, comunque a un certo punto scopriamo questa sofferenza, questo desiderio non soddisfatto d’amore.
Ci si è divertiti, magari si sono raggiunti grandi risultati nella carriera, ma non siamo pienamente soddisfatti dalla vita… e così si si getta banalmente nel matrimonio. Ma come si può pretendere di avere un’altra persona e di avere figli, ad uno schiocco di dita? La si può desiderare, cercare, ma la vita non cade tutta sotto il nostro controllo.
Serve un’ottica di accoglienza, di scoperta del panorama della vita che sfugge al proprio controllo.

Forse, allora, c’è bisogno di un cambio di prospettiva?


La genitorialità è vista spesso con l’occhio di chi possiede. Pensiamo di avere sempre il diritto di scegliere di avere o non avere. Quindi essere genitori diventa una maledizione quando non lo scegli, una benedizione quando lo scegli e rimane un desiderio assolutamente da realizzare quando non riesci ad esserlo.
C’è un approccio sbagliato rispetto alla genitorialità o all’idea dei figli.
Si è sempre nell’ottica di dover/poter scegliere tutto, ma sì, credo ci sia bisogno di imparare ad accogliere la vita in tempi che non sempre sono i propri… solo così si recupererebbe un equilibrio giusto.

Grazie Maria Celeste e Massimo per la bellezza che siete e che avete condiviso con noi! La vostra testimonianza è preziosa. Guardandovi, conoscendovi, direi proprio #voglioviverecosì.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

2 Risposte a “Un Metodo per DARE VITA”

  1. L’intimità che ne consegue è una ricchezza per la coppia. E non andrà mai presa.
    I nostri due figli sono il frutto di questa intima consapevolezza….
    Ed è meraviglioso poterlo poi raccontare anche a loro, figli e Dono di un amore consapevole…
    ☺️

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