Calcio e musica possono assumere le stesse sembianze.
Io sono una musicista, studio per essere sempre migliore e crescere nella bravura, e ho la passione per il calcio.
Può sembrare bizzarro, ma associo i movimenti del calcio alla musica. Vi spiego.
Quando, in allenamento, il mister fa disporre noi giocatrici su due file e da lontano dobbiamo passarci il pallone, allora sto facendo dei salti di settima o di ottava. Ci vuole precisione nel tocco della palla e aver chiaro l’obiettivo da raggiungere, cioè la compagna che si ha di fronte. Con il corno devo dare un colpo di lingua preciso e aver chiarissima in testa la seconda nota da suonare.
I passaggi “di suola” sono lo staccato legato, che deve essere preciso e morbido allo stesso tempo.
Oppure i tiri in porta sono un respiro (quando passiamo il pallone all’allenatore per poi farcelo ripassare) e l’attacco secco di una nota come il fa diesis (il tiro in porta). Se non è preciso, non funziona.
La partita è un concerto, l’attesa di entrare in panchina è una battuta di pausa, fare goal è un fortissimo con un accordo maggiore, ricevere un goal è un fortissimo con un accordo dissonante.
Sono una musicista e amo la musica, amo ciò che faccio, talmente tanto da inglobarlo in ogni altra attività che svolgo.
Così è bello, a me piace, perché vivo tutto a 360°, in una dimensione di pienezza.
Ogni cosa ha un suo senso, ma ha senso soprattutto in funzione dell’altra.
Per Osvaldo Soriano il calcio è poesia, un insieme di fonemi che straordinariamente si combinano tra loro. Per me è musica, un insieme di suoni
Il concetto è lo stesso.