Un sogno: la Chiesa!

Guardare al di là di quello che appare per andare sempre a quello che è.

Dio, nel Suo pensiero creativo, desiderò l’uomo.

Ogni uomo così com’è,

con quella bellezza che solo davanti a Lui prende forma.

L’uomo si riscopre nell’altro perché l’altro è un pezzo dell’immagine di Dio,

quel volto d’amore inciso su ognuno di noi.

La Chiesa la immagino così:

un incastro di bellezze che danno forma a un volto,

un incastro di storie che tessono l’universo,

un unico cuore che pulsa per la vita.

Giorni fa chiacchieravo con una ragazza. Parlavamo di religione e di Dio e mi raccontava che per lei la Bibbia è un libro di fantascienza. Ci sono scritte robe un po’ strane, quasi surreali. «Dai, come si fa a credere a una ragazza che rimane incinta dallo “Spirito Santo”, a Gesù che risorge. Poi alla storia del Mar Rosso che si apre, con tutta la vicenda delle cavallette e le piaghe. Senza parlare dell’Apocalisse: lì chapeau all’autore…». 

Mentre lei parlava, io pensavo che aveva abbastanza ragione, non ci si crede normalmente. Infatti l’unico modo per riuscire a credere a quanto è racchiuso nelle storie bibliche e nel Vangelo è vedere una persona che ne vive il messaggio, che incarna quella Parola scritta (cavallette a parte). Solo così tutta quella fantascienza può diventare carne nella tua vita.

L’uomo e la religione cercano una strada per essere felici, ruota tutto intorno a questo desiderio: essere felici e sentirsi amati, appartenere a qualcuno.

La Chiesa, custode della Parola, risponde positivamente a questo desiderio: ti accoglie e ti fa rimanere con i piedi per terra, ti guida ad essere felice nella tua dimensione, nella tua realtà.

La fede non è qualcosa che ti fa evadere.

In essa si trova, quindi, una concretezza che non ti implica di aderire a qualcosa, ma di camminare. Il punto è che tu già sei al tuo posto giusto: in cammino. La Chiesa ti chiede di scoprirti pellegrino e ti custodisce nel cammino.

La verità è che «ci si innamora di Gesù, non di un complesso di concetti astratti che il cristianesimo ha maturato e portato avanti nei secoli. È la presenza di Gesù che ci fa ardere il cuore. Senza la sua presenza non possiamo incarnare i valori del cristianesimo» (da Gigi prete diocesano gatto dei Mienmiuaif).

La Chiesa diventa un luogo in cui Gesù si fa presente e in cui Lui diventa incontrabile.

Aa essa Gesù ha dato il compito di essere segno e presenza, di annunciare, di amare, servire, morire e risorgere come ha fatto Lui. La Chiesa è il Suo corpo mistico, è la famiglia di noi credenti; la Chiesa siamo noi.

La nostra ospite speciale, suor Vittoria Lucia, ci racconta: «Da ragazza ho incontrato una persona che mi ha aperto il mondo del senso, del significato e ho capito che la mia vita non era inutile. A quel punto mi sono detta: “Non me lo posso tenere per me”.»

Che bello, che ricchezza! Eppure che grande responsabilità che abbiamo nei confronti dei fratelli.

C’è anche tanta miseria, tante fragilità, tanti errori umani. Dov’è la fregatura?

La fregatura non esiste. Siamo noi che ci ostiniamo a crearci immagini mentali di perfezione che non esistono.  Bisognerebbe solo ricordare, per esempio, che quando Gesù chiama i Dodici, chiama anche Giuda, già sapendo cosa avrebbe fatto. Gesù chiama Pietro che è un tipo ganzo, entusiasta di tutto, che parte in quarta per ogni cosa…ma che cade, che si nasconde, che sbaglia prospettiva, che cede alla paura.

Come c’erano al tempo di Gesù i peccatori, ci sono anche oggi: lo siamo tutti. Eppure nonostante il peccato, rimane la Chiesa di Cristo. Ha voluto Lui che fosse così.

Come dice Suor Vittoria Lucia: «Siamo tutti peccatori, ma c’è posto per tutti noi nella Chiesa e possiamo farne parte proprio perché con la forza della comunità si può camminare insieme. La Chiesa nasce perché Cristo ha scelto di salvarci.

La Fragilità umana è data dall’invidia del Nemico, che ci porta ad allontanarci da Dio. Allora Dio in tutti i modi cerca di avvicinarci a Lui. Un modo è far parte della Chiesa, perché grazie alla forza sacramentale e alla forza della comunità, che ti accompagna, ti accoglie, ti aiuta, si può camminare e ritornare al Padre sempre, fino alla fine dei tempi, quando poi Gesù tornerà e non ci sarà più il peccato perché saremo perdonati per sempre.»

San Paolo ci fornisce le parole giuste per dare una risposta ai nostri dubbi: “Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi.” (2Cor 4, 7)

Quando sento criticare i sacerdoti, suore o i fratelli, penso: “Ma quanto tempo hai speso pregare per lui/lei? Quanti digiuni hai fatto? Quanto ti sei fatto aiuto dell’altro?”.

La Chiesa è una responsabilità condivisa.

«Smettiamo di pensare alla Chiesa e al mondo come il un Paradiso terrestre. Rimaniamo nell’umiltà ricordando che siamo poveri peccatori sì, ma con il miglior Redentore dell’universo!» continua suor Vittoria Lucia.

Se è vero che non siamo già in Paradiso, è anche vero che spesso troviamo nella Chiesa ipocrisia e incoerenza. Ipocrisia e incoerenza non piacciono a nessuno. Ma la Chiesa è chiamata a piacere?

«La Chiesa non è chiamata a piacere, ma ad attrarre. E cosa ci attrae, se non il riflesso della Misericordia di Dio di cui noi siamo testimoni.

Quando ero giovane criticavo molto l’incoerenza della Chiesa, ma poi ho incontrato delle persone che realmente mi hanno testimoniato il Bello e solo dopo ho capito che la prima incoerente ero io. Ho cambiato completamente prospettiva. La mia incoerenza, la mia fragilità non era un problema perché io facessi parte della Chiesa. Così ho capito anche che chi dice della Chiesa “incoerente”, è fortemente giudicante ed ha la presunzione di essere perfetto. Chi l’ha detto che chi ha fede non può sbagliare?

Siamo in una società in cui la fragilità non è ammissibile e la maggior parte delle persone sentono la Chiesa troppo giudicante. Siamo afflitti dal pregiudizio che per secoli ha incrinato il rapporto col mondo.

D’altra parte, credo che la Chiesa non debba nascondere le colpe dei suoi fedeli, religiosi ecc., piuttosto deve chiedere perdono con molta umiltà. Di tanti scandali, ciò che ha dato più fastidio ai cattolici e non, è stato l’occultare i fatti. Servirebbe più trasparenza.»

Prima abbiamo detto che nella Chiesa c’è spazio per ognuno. Suor Vittoria Lucia come si possono sposare l’accoglienza verso tutti e il rimanere saldi nella persona di Gesù e la Sua Parola?

«Possiamo e dobbiamo accogliere tutti, ma oggettivamente ci sono delle cose non potranno mai cambiare. Una di queste cose è il matrimonio. Il matrimonio nasce come diritto naturale, per custodire la vita, la procreazione, dove il completamento di questo sacramento è proprio nell’unione sessuale dell’uomo e la donna. Una persona con tendenze omosessuali non è escluso dalla chiesa, ma non per questo la verità sul matrimonio cambia. 

Penso ci sia bisogno di entrare in un cammino di dialogo su questo e tanti altri temi. Bisogna interrogarsi sulle domande che il mondo pone alla Chiesa, sul cammino da proporre ad ognuno, si deve cercare una strada.

Dio ha creato il mondo in divenire, perciò nel tempo acquisiremo più conoscenze sull’uomo, sulla società che cambia. La Chiesa deve essere costantemente in cammino.»

Che poi, diciamolo, non ci sono giudici davanti alle chiese (almeno non inviati e voluti da Gesù) a giudicare le persone e ad ammetterle o no al circolo speciale dei cattolici. Proprio per questo l’accoglienza bisogna anche volerla: è necessario che ci sia un desiderio di essere Chiesa, di voler appartenere a Gesù. Non si può pensare di voler essere cattolico se non ti piace il Vangelo. Nessuno ti caccia, né deve farlo, ma nessuno ti trattiene se non vuoi starci. C’è la sacrosanta libertà.

Come la Chiesa aiuta ad incontrare Cristo?

«Cristo si incontra principalmente nei sacramenti.

La Chiesa può aiutare all’incontro con Cristo quando accompagna bambini, ragazzi e adulti prima e dopo aver ricevuto un sacramento. Quando crea un cammino!

La Chiesa aiuta a far incontrare Cristo quando va dalle persone nei loro luoghi, nella loro quotidianità.

Quando perdona.

Quando vive nella gioia e lo testimonia con la vita.

Il desiderio è quello di accorciare la distanza tra ciò che celebriamo e la vita. Perché il “problema” della Chiesa, da sempre, non è contenutistico, ma testimoniale. Le più grandi conversione avvengono quando si incontra una persona che ha incontrato Cristo e vive di conseguenza. Se non si vive di conseguenza, ci sarà sempre distanza tra te e la Chiesa.»

Anche suor Clare Crockett ci viene in aiuto: “Per dare Dio agli altri, per aiutare le mie consorelle, devo essere piena di Lui; altrimenti, una rimane con la sensazione che manca contenuto di vita”.

La Chiesa può aiutare ad incontrare Cristo se ognuno di noi è pieno di Lui.

Nella Gaudete et Exsultate, papa Francesco ci dice “[24] Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita.”

Nella Chiesa c’è posto per tutti noi, ognuno con le proprie “parole”? Come possiamo essere tutti unici e per questo diversi, ma tutti insieme?

Se ognuno è una parola formiamo una frase. Ma se ognuno volesse formare una frase con solo una parola, non formerebbe una frase, giusto?

Per essere Chiesa serve incontrare l’altro.

Innanzitutto è fondamentale che ognuno sappia quale parola gli ha detto Dio, altrimenti come fa a viverla? E come fa, poi, a chiedersi qual è il suo posto perché questa parola sia significativa?

Io penso che la tua parola la puoi dire solo se sei te stesso.

Lo ricorda anche papa Francesco nella Christus Vivit: “[86] Tu devi scoprire chi sei e sviluppare il tuo modo personale di essere santo, indipendentemente da ciò che dicono e pensano gli altri. Diventare santo vuol dire diventare più pienamente te stesso, quello che Dio ha voluto sognare e creare, non una fotocopia.”

La chiave è vivere ciò che siamo. Perché siamo già il sogno di Dio.

Lavoro corale di Ludovica Andreottola e Anna Evangelista (il Rabarbaro). Il nostro intento è quello di raccontare la bellezza, condividerla, farla scoprire.

Ringraziamo per la speciale partecipazione Suor Vittoria Lucia Belardo, giovane suora francescana Alcantarina e insegnante di religione: con la sua gioia e il suo profondo interesse per i giovani, ci ha donato molti temi su cui riflettere.

Il Rabarbaro consiglia:

Gridatelo dai tetti! Gridatelo dai tetti è un Podcast radiofonico che vuole provare a parlare di Dio cercando di raggiungere tutti attraverso la radio, per annunciare il Vangelo e parlare di Dio e della fede in maniera accattivante.

Dead Cat è una serie di video dei Mienmiuaif che parlano di fede al Dead cat, nome tecnico del coprimicrofono di pelo che utilizzano per le registrazioni. Con un dj set incorporato.

Altri articoli sull’argomento sono nella categoria CHIESA, GIFRA E SPIRITUALITÀ…

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

2 Risposte a “Un sogno: la Chiesa!”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.