Poracci REDENTI

Quando Nietzsche diceva che Dio fosse morto, non intendeva la morte fisica di Gesù. Ad ogni modo questa sentenza, presa singolarmente, ci dice chiaramente che Friedrich si perse il sequel. Mi dispiace per lui…

Oggi volevo scrivere un articolo sulla grandezza di Gesù, nel morire per noi, e poi ho pensato che per tanti è tutta una messa in scena, una roba scritta a tavolino per ingannare quattro poracci  che dopo circa duemiladiciannove anni ancora ci credono.

Sì, in effetti non è semplice credere al mistero- nel più profondo senso della parola – della morte e Resurrezione di Gesù. Non è una cosa automatica. È un po’ come una scommessa, un puntare tutto sul numero di Gesù e rischiare anche di perdere quel tutto.

Nel vedere amici (anche ragazzi!) e familiari che passano tutta la notte a vegliare per Gesù, per stare insieme a Lui in una Chiesa deserta, mi dico che per fare tutto questo qualcosa di Vero deve esserci.

Leggendo di persone* che hanno dato la vita per Gesù, lasciando marito, figli, mogli, amici e chi più ne ha, più ne metta, capisco che sì, siamo “quattro poracci“, ma non ingannati.

Se un tuo amico si fosse messo davanti a una pistola per te, ti avesse salvato da morte certa, si fosse sacrificato per te, tu: cosa diresti?

Io uso queste parole: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».

Mi sento toccata dalla regalità di un gesto simile e mi rendo conto di come Gesù mi salva continuamente! Ogni volta che sono triste, ogni volta che attraverso il mistero della morte, Lui mi conduce con pazienza al mistero della Resurrezione.

Lo scandalo della croce c’è. La sofferenza c’è. Ed è inutile negare anche la delusione di un Dio che non toglie la croce dalla nostra vita.

Dio non è un venditore di Sogni, non un uomo con belle parole sulla bocca. Per capire questo la croce è essenziale.

Poi arriva l’incontro con Lui come Risorto, il disincanto, la certezza.

Io non voglio rinunciarci alla bellezza della Vita, alla certezza che Dio trasforma le mie fragilità, il mio peccato.

Concludo con una riflessione di Don Luigi M. Epicoco: “A Pasqua nessuno sa che è Pasqua.”  I dodici non lo sanno, non se ne accorgono i discepoli di Emmaus. Che buffo.

Trovano un sepolcro vuoto e qualche telo: tutto perduto. Una speranza disattesa, come accade a noi. Poi un annuncio fatto alle donne**: la notizia più bella che abbiano mai sentito.

Non era tutto finto, non era tutto perduto. Bisognava solo aspettare.

Il male vince il primo tempo, il bene vince la partita.

* per dirne qualcuno: tutti i santi, Chiara Corbella Petrillo, Don Pino Puglisi, Francesca Pedrazzini, ma tantissimi altri che non conosciamo…

**Vedete voi Dio chi ha scelto per sapere in ESCLUSIVA che Gesù è risorto.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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