DATE VOI STESSI DA MANGIARE

Oggi ho il piacere e l’onore di presentarvi Giandonato e Daniela, due giovani meravigliosi. La loro passione per la Vita è tanta da essere dono per gli altri.

Giandonato Salvia è un’economista e imprenditore missionario, Daniela Girardi è un’informatica e blogger. Insieme ad altri amici, oggi, sviluppano il Progetto Tucum.

Il 16 febbraio del 2018, insieme a suo fratello Pierluca, Giandonato ha costituito una startup tecnologica a vocazione sociale, oggi “A.P.P. Acutis S.r.l. Impresa Sociale”, con l’intento di sviluppare e implementare l’App Tucum, secondo l’Economia Sospesa.

Nello stesso anno hanno fondato l’Organizzazione di Volontariato “Tucum-OdV” con la quale si raccolgono donazioni per sostenere progetti di promozione umana in Italia e in Paesi in via di sviluppo.

Ho intervistato Daniela e Giandonato per conoscere meglio ciò che fanno e cos’è il Progetto Tucum e l’A.P.P. Acutis.

Oggi, 19 novembre 2023, è la VII giornata mondiale dei Poveri…questo articolo è dedicato a loro.

Buona lettura!

Come nasce l’A.P.P. Acutis?

L’idea dell’A.P.P. Acutis e delle tessere Tucum nascono dal concetto del “caffè sospeso”, che è una famosa tradizione partenopea.

Dall’esempio del caffè sospeso, ho preso spunto per un nuovo concetto di economia: “l’economia sospesa”, quindi estesa ai tanti servizi sul mercato. Volevo che ci fosse il farmaco sospeso, la spesa sospesa, gli occhiali sospesi… tutto per aiutare chi ha più bisogno.

Ciò che facciamo praticamente con il progetto, è distribuire una tessera ricaricabile con la quale è possibile fare la spesa o anche andare dal parrucchiere o in farmacia. I soldi vengono raccolti tramite un’app, dove tutti possono donare.

Con la tessera Tucum le persone possono comprare ciò di cui hanno bisogno davvero.

Cosa significa la sigla A.P.P. Acutis?

L’impresa che sviluppa il software e che coordina il progetto, si chiama A.P.P. Acutis, dove la sigla sta per “Acuti pro pauperibus” e “Acutis” per Carlo.

Il beato Carlo Acutis è un giovane che amava il Vangelo, l’Eucaristia, i poveri, la tecnologia a servizio della Chiesa, per questo ci guida nel nostro cammino.

Tutto il progetto è affidato a Carlo ed è sotto la sua protezione.

Giandonato e Daniela, perché è così importante aiutare i poveri?

I poveri sono il tesoro della Chiesa, ci ricorda Papa Francesco.

Perché aiutare i poveri? Per amore, è quello che muove tutto, e anche per amore del Vangelo.

I poveri sono nostri fratelli! Il Signore ci chiede di prenderci cura di loro, perché nessuno vada perduto.

Giandonato, come nasce l’attenzione ai poveri?

Il desiderio di farmi prossimo ai più poveri, è nato e maturato negli anni della mia infanzia e adolescenza, grazie ai viaggi di mio padre, medico volontario in Africa. Ciò che ho visto fare da mio padre, dai tanti missionari incontrati; la povertà che ho visto in Africa mi ha inquietato e fatto maturare il desiderio di mettere la mia vita a servizio del Vangelo e del bene comune.  

Nella scelta dell’università, quindi, avevo poi deciso per Economia. Mio padre curava le ferite del corpo e io volevo curare altre ferite, ossia le ingiustizie sociali.

Come si concretizza il Progetto Tucum?

Il progetto si concretizza grazie a tre figure: donatore, ente supervisore ed esercizio commerciale/libero professionista.

Il donatore, ossia la persona che scarica l’app e decide di donare a un ente. Le donazioni possono essere una tantum o mensili.

Le donazioni, poi, vengono distribuite agli enti, in cui ci sono dei responsabili che ogni mese caricano le tessere con dei crediti equivalenti al valore delle donazioni ricevute e con le quali, poi, i beneficiari si recano nei negozi convenzionati a fare la spesa.

Il negozio convenzionato deve essere un negozio di quartiere: l’idea è quella di sostenere l’economia locale e i piccoli commercianti.

Il commerciante è tenuto a fare uno sconto minimo del 10% alla persona che compra con la tessera, poiché tutto il progetto è nell’ottica del dono. Anche chi possiede la tessera Tucum versa due euro simbolici, che vanno a sostenere il progetto.

In questo modo le persone si aiutano tra di loro.

Come si fa per aderire al Progetto?

Se un commerciante vuole aderire a Tucum, deve fare l’iscrizione tramite app e diventare “Partner”. Per avviare il progetto, infatti, sarebbe sufficiente l’iscrizione di un solo negoziante e il coinvolgimento di una sola famiglia beneficiaria della tessera.

Vogliamo ascoltare l’invito del Card. Zuppi, incontrato recentemente, di partire dal piccolo. Non servono grandi numeri o grandi cose, c’è solo bisogno di buona volontà e voglia di innovazione.

Per noi è bello vedere i commercianti che hanno fatto rete in questo progetto. C’è davvero tanta generosità, tanto bene “silenzioso”, che è molto prezioso.

Giandonato, con Tucum è nata anche la Via Lucis itinerante. Di cosa si tratta?

Tucum e Via Lucis sono due facce della stessa medaglia. Quando Tucum è nato, tra il 2018 e il 2019, ho girato tutta Italia per proporlo, bussando alle porte delle Caritas di tutta Italia.

Ho ricevuto alcune risposte positive, ma anche tante porte chiuse, soprattutto per colpa del “si è sempre fatto così”.

In quel momento di crisi, nella preghiera, il Signore ha illuminato per me una strada da seguire: andare lì dove vivono i poveri. Sono partito dalle stazioni ferroviarie e ho scoperto che in Italia ce ne sono 14 metropolitane, come 14 sono le stazioni della via…Lucis.

È nata così l’idea di portare l’annuncio della Risurrezione a tutti gli amici poveri.

Nel 2019 ho percorso la prima “Via Lucis itinerante”: un cammino di 4.000 Km in 14 giorni per incontrare i più poveri che abitano presso le stazioni ferroviarie.

Sono partito senza tante certezze, spesso senza sapere nemmeno dove andare a dormire. La Provvidenza mi ha fatto incontrare di volta in volta persone e sacerdoti che mi hanno ospitato.

Durante quel viaggio ho provato a mettermi nei panni dei poveri, facendo l’elemosina con loro e cercando il cibo scartato dalle mense. Ho scoperto tanta indifferenza da parte delle persone. Gli unici sguardi che incrociavo erano, spesso, solo quelli dei bambini: eravamo alla stessa altezza.

Nel 2020 siamo partiti in tre e poi nel 2021 la Via Lucis è diventata più “ufficiale”, estendendo la partecipazione a quanti lo desideravano.

Daniela, come vi siete conosciuti con Giandonato?

Avevo conosciuto il progetto di Giandonato attraverso i social. Un giorno, l’ho incontrato mentre era con degli amici in università e rimasi molto colpita. Quindi dopo ci siamo iniziati a conoscere, tra qualche conversazione su Facebook, mentre chiedevo aiuto per usare l’app.

Durante il Covid ho scelto di fare piccole donazioni a Tucum. Ciò che risparmiavo per una pizza tra amici, lo donavo per aiutare i bisognosi.

Nel 2021 ho preso parte alla Via Lucis e posso dire che lì, tra di noi, sia scattata una scintilla di Luce! Insieme abbiamo capito che potevamo camminare insieme non soltanto per il progetto, lavorando insieme per migliorarlo, ma anche come coppia.

Qual è lo scopo della Via Lucis?

Lo scopo è quello di far conoscere Tucum nelle città dove passiamo, incontrando le comunità, e andare incontro agli amici poveri.

La luce che portiamo vuole essere quella di Cristo, per questo è per noi importante vivere la celebrazione Eucaristica e la preghiera dell’adorazione ogni giorno.

In questo Progetto, il Vangelo è centrale, in particolare il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci: io ho poco, però questo poco, messo nelle mani di Dio, può essere trasformato per sfamare molti.

La Via Lucis incuriosisce, suscita domande, attira nuove persone. Quest’anno, infatti, è venuto con noi anche un frate, fra Christian Giannattasio, responsabile della pastorale poveri e ultimi della provincia Puglia e Molise.

Quali sono le tappe?

Le tappe cambiano ogni anno, ma ce ne sono alcune fisse: Roma, Assisi e Torino.

Roma è la città di partenza da cui iniziamo con l’Angelus, con il Papa che ci dà la sua benedizione.

Tappa obbligata è Assisi, perché c’è Carlo Acutis.

Il punto di arrivo, invece, è Torino, perché è la città dei santi sociali e poi perché, nella mia storia, ha un grande significato.

Com’è strutturata ogni tappa?

Nella Via Lucis per noi è importante incontrare gli amici poveri. Vogliamo vivere l’invito che Gesù fa i discepoli nel Vangelo: “Date loro voi stessi da mangiare”. (Mc 6, 30-44),

Ciò che facciamo è stare con loro, chiacchierare, conoscerci. Diventiamo quell’amico o parente “prestato” di cui hanno bisogno queste persone.

Ogni giorno partecipiamo alla Messa e alla sera facciamo l’adorazione Eucaristica. Scegliamo per ogni città un giovane testimone della porta accanto, per farci accompagnare nella preghiera e nella testimonianza.

L’idea dei santi della porta accanto nasce dalla necessità di avere amici in Cielo. Già durante la Via Lucis del primo anno, quando ero partito da solo, avevo scelto di farmi accompagnare da Carlo Acutis, per andare “a due a due”, come nel Vangelo.

L’idea pratica nelle edizioni successive si è realizzata anche grazie all’aiuto di una nostra amica, Sabrina.

Durante l’adorazione invitiamo i parenti dei giovani santi a donarci una testimonianza della loro vita. Vita che certamente è illuminata dalla fede, anche nel momento più difficile e buio della malattia. 

È impressionante vedere e ascoltare mamme che hanno perso i figli, con tanta pace sul volto, salde nella certezza che il Paradiso esiste e il dolore è riempito di Grazia. C’è la gioia nel sapere che è insieme a Gesù che si porta la croce, mai soli.

Per la notte e per i pasti non prenotiamo B&B o ristoranti, ma chiediamo alle comunità del posto di accoglierci. A volte riceviamo in abbondanza, a volte offriamo noi il sacrificio di dormire per terra in sacco a pelo o non mangiare per quel giorno. Nella Via Lucis vogliamo fare esperienza dell’essenzialità, anche come segno di vicinanza per chi vive in strada.

Daniela, lo sguardo cambia nel servizio?

Il mio è cambiato tanto. Non guardi più con timore, ma con amore, qualcuno a cui voler bene!

Ho imparato moltissimo da Giandonato, che per me è una testimonianza vivente.

Prendersi cura dei poveri accade nella quotidianità. Basta che tu li guardi e dici loro buongiorno. Questo è un grande regalo per loro, rispetto a tante persone che passano con indifferenza.

Mi fa rabbia a volte sentirmi impotente…però provo a fare tutto quello che posso per aiutare l’altro. Non sempre riesco a rispondere completamente alle loro necessità, ma anche il mio poco, per loro, può essere tanto.

Qualche amico lo riesci a togliere dalla strada, con qualcuno crei una relazione. Accorgersi di loro, donare il proprio tempo. Lo sguardo cambia partendo dalle piccole azioni quotidiane.

Progetti per il futuro?

Una nuova idea che si sta sviluppando è il lavoro sospeso, dove gli imprenditori contattano gli enti che hanno aderito a Tucum per offrire un posto di lavoro.

Il sogno è che non ci sia più bisogno della tessera. Il lavoro sospeso già si è verificato e questa persona poi ha donato una parte del suo stipendio al progetto Tucum per sostenerlo e aiutare altri.

È bella questa solidarietà che si crea!

La speranza che abbiamo è che quante più persone possano fare rete. Speriamo che Tucum possa davvero cambiare l’economia.

Nel 2021 Giandonato ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana “per il suo contributo nella promozione di un uso sociale delle nuove tecnologie”.

Al termine della catechesi di mercoledì 8 marzo 2023, Giandonato, Daniela e Pierluca hanno incontrato Papa Francesco, che ha firmato la bandiera della prima edizione (2019) della Via Lucis itinerante.

Giandonato è anche autore per la casa editrice San Paolo di due libri: “L’economia sospesa. Il Vangelo (è) ingegnoso” (2018) e “Luce in abbondanza” con prefazione di Papa Francesco (2020)

19 novembre 2023 – VII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Maggiori info su www.tucum.it e www.scintilledilucis.com.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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