La mia prima fine del mondo

Posso dire con certezza (e fierezza)  che il libro “La mia prima fine del mondo” è entrato nella mia top list di libri preferiti.

Come potrebbe non esserci?

Il libro in questione, scritto da un professore (e molto altro) milanese, è un vero capolavoro e il suo libro d è assolutamente uno di quelli che si leggono tutti d’un fiato per la loro bellezza. 

“La mia prima fine del mondo”, insomma, è un piccolo-grande tesoro che trasuda semplicità, verità…e tante risate!

Genialità, pazzia, drammatica genuinità e amore sconcertante sono parole perfette per un riassunto del libro. 

Il punto di partenza della storia, sono l’estate 1999 e tre ragazzi musicisti (rigorosamente punk) con un anomalo interesse per San Francesco, anche lui un tipo molto punk e stimabile per le sue gesta, come “non indossare le calze se nevica e, soprattutto, litigare con i genitori”. 

La band di Emanuele, Paolo e Ruggero rischia di essere sciolta a causa di scottanti delusioni, e così i tre ragazzi decidono che è ora di prendersi una pausa dalla musica, per cercare una ragione di vita alternativa.

Insieme, conoscono Fratel Ettore Boschini, che in un modo che passa poco inosservato, cambia loro la vita.

Fratel Ettore è un frate molto bizzarro, anche lui molto punk, preconciliare, fissato con i rosari e che viaggia con la Madonna legata sul portapacchi della macchina.

Una catastrofica e immotivata bellezza fa iniziare a Paolo, Ruggero ed Emanuele un’avventura vivificante “aggrappati all’orlo della talare” del vulcanico frate folle di Dio, dedito all’aiuto dei poveri e a sessioni molto creative di evangelizzazione di strada. 

Volevo scrivere una recensione bellissima, ma non posso che accodarmi alle parole di Costanza Miriano, che sottoscrivo con convinzione.

Quello di Emanuele è uno di quei libri che ti viene voglia di regalare a caso a pacchi, facendo volantinaggio per strada, o lanciandolo come faceva Fratel Ettore con i malloppi di rosari fluorescenti. A rendere più acuta la sindrome devi-assolutamente-leggere-questo-libro c’è l’aggravante che Emanuele ancora non lo conosce nessuno (quasi), e quando il mondo si accorgerà di lui uno potrà dire “te lo avevo detto io”, che è sempre una bella soddisfazione.

“La mia prima fine del mondo” è il libro perfetto per chi cerca risposte, o forse nuove domande, per chi vuole essere ancora capace di stupirsi dinanzi a tanta bizzarra bellezza, per chi ha fame (“e non è fame di panettone”).

Arriverete all’ultima parola del libro, tra l’altro riassunto perfetto della storia (poi mi direte), con le lacrime agli occhi e tanto bene nel cuore.

Non pensateci due volte, leggetelo. Non resterete delusi.

Post Scriptum

Devo ringraziare i Mienmiuaif se sono qui a raccontare di Fratel Ettore e la storia di Emanuele, Paolo e Ruggero. Grazie per aver fatto un sorprendente passa-parola.

Pubblicato da ilblogdiunrabarbaro

Anna, 23 anni, amore per la vita e per Chi l'ha creata, passione instancabile per la musica. Meravigliata come stile di vita e curiosa di scoprire nuove cose, mi appassiono della vita e della bellezza, sono un'aspirante santa. Con il corno sulle spalle cammino per le strade del mondo...

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